COUSTEAU - DUGAN 1963

Il mio mito da ragazzino ancora mi stupisce.
Ritrovato ad un mercatino dei libri usati e non me lo sono fatto sfuggire.
L’odore di muffa sulle pagine rende la lettura ancor più affascinante. Quelle parole scritte che descrivono fatti degli anni ’50; Quando, uomini come il Comandante Cousteau iniziavano l’esplorazione diretta dello spazio subacqueo.
In questa dimensione da Capitano Nemo, dove l’ossigeno non arriva ai polmoni, l’azoto uccide e la pressione stritola spietatamente, Cousteau e i suoi sommozzatori hanno esplorato in ardite immersioni scogliere di coralli, hanno intraveduto misteri affascinanti, hanno solcato la notte profonda degli abissi a bordo di un bizzarro disco subacqueo.
Emblematica è l’affermazione…. “ora che i nostri occhi vedono di persona, finalmente abbiamo la risposta a tante domande che ci siamo fatti quando i reperti erano solo salpati da quelle profondità” …e poi... “tutti quegli scatti fatti trainando una slitta negli abissi ora hanno un senso”.
E poi l’esperienza di quei due Falco e Wesly che hanno vissuto per una settimana intera in una casa sottomarina a 12m per la colonizzazione dello Zoccolo Continentale, perché in futuro, dicevano, la terra non basterà più a nutrire i molti miliardi di uomini e sarà necessario rivolgersi alle immense risorse del mare e a quelle ancora più immense degli abissi.